Abbiamo trascorso due giorni a sperare che Yusuf riuscisse a sopravvivere a quel maledetto viaggio. Poi ci ha chiamati: “Avevate ragione. E’ disumano salire su quelle barche. Le ho viste: sono terribili, vecchie, bucate, stracolme. I libici spingono tutti a partire. Ma io non voglio morire. Non parto.”
Yusuf sta tornando a Tripoli. Proverà a nascondersi. O forse a scappare via terra. Ma è ancora solo e senza via di fuga sicura.
Con la solo colpa di voler viaggiare, addirittura di amare l’idea del viaggio, come dice nel nostro documentario con il sorriso tra le labbra.
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