Il respiro si spezza, le mani tremano e la vergogna si trasforma in disperato silenzio.
Spero che nessuno mai osi mostrare le immagini di questo infinito silenzio.
Che quelle immagini inaccettabili rimangano solo negli occhi di chi, con enorme dignità, ha dovuto vederle.
Ma che, nella loro invisibilità e nel loro infinito silenzio, si scolpiscano per sempre nella nostra memoria di esseri umani.
Non voglio sapere come sono quei corpi intrappolati a cinquanta metri sotto il mare.
Non voglio vedere i loro occhi sbarrati. Le loro mani aperte, i loro vestiti lacerati.
Non voglio vedere quel figlio mai nato, quella madre mai stata.
Non voglio vedere con gli occhi, perché è il cuore che deve vedere per sempre.
Per poter davvero vedere gli occhi devono chiudersi e lasciare all'anima il coraggio di piangere.
Intorno non può che rimanere il silenzio.
E dentro a quel silenzio, a quel dolore tremante che restituisce l'ultimo significato alla sconfitta della vita,
lì dentro abbiamo una sola inappellabile necessità: fermare questo eccidio di innocenti.
E' un percorso lungo e complesso che deve recuperare anni di errori e violenze, ma c'è una cosa che oggi l'Europa può fare subito e che eviterebbe ad altre vite di essere consegnate a quell'infinito silenzio nelle acque del mediterraneo: dare ai profughi bloccati in Libia ed Egitto altre possibilità per avere protezione in Paesi democratici, dando loro un'alternativa a quelle barche di disperazione e morte.
L'Europa può farlo, ormai lo chiedono in molti, a partire dalla Presidente della Camera.
Tutti possiamo chiederlo insieme.
Ora, subito, perché chi sta scappando e ha bisogno di aiuto non aspetta.