Quando dieci anni fa ci inventammo nella chiesetta sconsacrata delle Maddalene la prima rassegna padovana del cortometraggio indipendente, lo facemmo essenzialmente per un motivo: volevamo inventare uno spazio per le storie e le immagini che televisione e cinema italiani non avrebbero mai mostrato. Provare a rompere l’omologazione dei gusti dettati dalle regole del commercio e dalle censure del monopolio comunicativo che iniziava prepotente a intrappolare l’Italia: toniCorti è nato per questo e per questo è da sempre stato uno spazio privo di filtri, giudizi, giurie e premi.
La tradizione festivaliera di eleggere il migliore non ci è mai appartenuta, convinti che l’unico nostro compito fosse quello di mostrare. Centinaia sono gli autori di tutta Italia che continuano ad inviarci le loro opere, le loro testimonianze, le loro follie, i loro piccoli grandi sogni filmati: tutti loro sanno benissimo che toniCorti non assegnerà a nessuno un premio e che nessuno alla fine sarà più bravo di altri, ma tutti loro continuano a credere nel bisogno e nella possibilità di mostrare. Perché più si chiudono spazi democratici di comunicazione, più l’accesso al flusso cine-televisivo è controllato da interessi di pochi e più cresce la necessità di esprimersi, di urlare, di superare le barriere, di liberare le immagini, di muoversi: più arida diventa la produzione ufficiale e più cresce, strisciante e creativa, quella indipendente, viva e inarrestabile del cinema mobile. Quest’anno, dopo mille pellegrinaggi e nella convinzione di poter continuare l’Odissea della nostra sperimentazione, torniamo in quella chiesetta sconsacrata e ci rendiamo conto di come sia quanto mai attuale e necessaria la sfida iniziata dieci anni fa: il cinema mobile, la libertà di immagini e storie senza filtri e senza confini, è per noi un’alternativa culturale concreta all’omologazione e alla censura dell’Italia media(set)tizzata.