Noi sappiamo.
Noi vediamo.
Siamo consapevoli di vivere in un periodo di grande dramma per la democrazia italiana.
Ogni giorno assistiamo alle prepotenze e alle ipocrisie del Pop-Sultano Berlusconi e delle coorti di fedeli suoi dipendenti e soci.
Ogni giorno vediamo concretizzarsi le conseguenze nefaste dell’evidente conflitto di interessi, che domina il panorama politico italiano da oltre 20 anni senza che mai nessuno abbia saputo e voluto fermarlo.
Ogni giorno subiamo le strategie di smantellamento dello stato pubblico e sociale a favore dei clan di amici e di interessi privati, che hanno occupato le posizioni strategiche del potere politico.
Ogni giorno sappiamo che le architetture democratiche dello stato di diritto vengono attaccate ad hoc dalla logica del controllo politico della giustizia.
Ogni giorno ci colpiscono le falsità commerciali del mondo pop-televisivo che svende i corpi e le menti alle logiche del consumo e della distrazione.
Ogni giorno lottiamo con i nostri risparmi per provare a costruire una vita decente in un paese dove qualità e giustizia sono ostacoli al dominio di furbizia e spudoratezza.
Ogni giorno ascoltiamo la vergogna di esternazioni cariche di odio xenofobo e omofobo che guidano le politiche securitarie di Ministri padani e post-fascisti.
Ogni giorno viviamo le violenze alla terra del nostro paese, trasformata in pura fonte di rendita per gli iscritti ai partiti del cemento e dei rifiuti.
Noi sappiamo, vediamo, sentiamo, ascoltiamo e capiamo tutto ciò.
E ogni giorno, mentre riceviamo domande preoccupate di amici stranieri su come sia ancora possibile che l’Italia possa accettare, finiamo troppo spesso per stringerci in amari sorrisi imbarazzati e impotenti.
Ora Basta.
Abbiamo deciso una cosa molto semplice: visto che sappiamo, non possiamo più tacere.
Non accettiamo più una posizione di silenti complici del dramma che sta vivendo la nostra democrazia.
Non possiamo mantenere il ruolo di “incapaci a reagire”. I nostri figli ci chiederanno: ma voi dov’eravate?
Il mondo e la storia devono e dovranno sapere che milioni di italiani non accettano tutto ciò.
Mettiamo in gioco i nostri corpi, le nostre voci, le nostre mani, le nostre menti.
Andiamo tutti il 3 ottobre in Piazza del Popolo e iniziamo a dire con chiarezza l’unica cosa che tutti vogliamo: il Pop-Sultano e le sue indecenti coorti sono inconciliabili con uno stato civile e democratico, quindi se ne devono andare. Devono finire. Iniziamo a dirlo il 3 ottobre e continuiamo a farlo finchè davvero non finirà.
Questo noi vogliamo.
Questo noi diciamo.
Andrea Segre, 2 Ottobre 2009