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ROSARNO: CIO' CHE NOI DOBBIAMO DIRE


C'è una fondamentale legge che regola in democrazia l'agire politico : chi è più veloce ed efficace nel definire i problemi, otterrà più facilmente il potere per risolverli. Ed ovviamente li risolverà a modo suo e a favore dei propri interessi.


La destra italiana, quella basata sull'alleanza di ferro tra la spregiudicatezza leghista e lo strapotere comunicativo di Berlusconi, ha dimostrato di conoscere molto bene questa legge rispetto a molti contesti dell'arena pubblica italiana; ma in modo particolare lo ha dimostrato rispetto al tema dell'immigrazione.



In meno di quindici anni ha sancito con enorme consenso l'uguaglianza tra immigrazione e criminalità, creando e gestendo in modo esemplare le paure più classiche delle società moderne occidentali: quelle nei confronti dello straniero, dell'uomo nero, dello sconosciuto. Poco importa, nella logica della politica come gestione del potere, che questa scelta di azione rischi di minare alla base la convivenza civile di un paese democratico e determini la totale rinuncia della classe politica alla costruzione di una società più libera e più giusta. 

La cosa che importa è che questo terreno permetta alla destra di isolare e schiacciare la sinistra, completamente disorientata nella ricerca di una propria definizione del problema e delle sue soluzioni.


Questa chiave di lettura credo sia utile anche per analizzare quanto di terribile per la democrazia e la convivenza civile italiana sta succedendo a Rosarno. La velocità con cui il Ministro Maroni ha definito gli scontri di Rosarno "conseguenza della tolleranza rispetto all'immigrazione clandestina" è l'ennesima dimostrazione della forza della destra italiana e della sua totale noncuranza rispetto alle conseguenze delle sue affermazioni e azioni. 

La risposta di Bersani a questa definizione è altresì la dimostrazione di come la sinistra non abbia una definizione altrettanto forte da contrapporre a quella della destra, ma si limiti a cercare di modificare le responsabilità all'interno delle stesse definizioni della destra: la colpa dell'immigrazione clandestina è della destra e della sua legge Bossi-Fini, dice il segretario del Partito Democratico.


Ma proviamo a capire con calma cosa c'è di sbagliato e di pericoloso nella definizione vincente della destra e quale dovrebbe essere invece una definizione del problema capace di generare azioni che puntino a costruire una società più giusta e civile.

Proverò a farlo nel modo più semplice e sintetico possibile, per tentare di rispondere alla semplicità e alla sintesi che sta alla base dell'efficacia comunicativa della destra

Lo farò solo rispetto al "caso Rosarno" , convinto che rappresenti una metafora molto chiara della questione immigrazione in generale.


Premetto solo che molto di ciò che qui scriverò nasce da un viaggio a Rosarno nel febbraio 2009 e dallo scambio di opinioni con l'Osservatorio antirazzista di Rosarno, una delle poche realtà che ha cercato di riempire il vuoto di azione pubblica nella Piana di Gioia Tauro. 


Maroni dice che gli scontri di Rosarno sono causati dalla mancanza di controllo dell' immigrazione clandestina. 

A mio avviso gli scontri sono causati dalla mancanza da parte delle istituzioni pubbliche, regionali e nazionali, del controllo del mercato del lavoro agricolo della Piana di Gioia Tauro. Da oltre quindici anni questo mercato è in mano ad un cartello di imprese che hanno abbassato sempre più i prezzi, schiacciando le rendite dei piccoli coltivatori e i diritti dei lavoratori, a cui sono stati non a caso sostituiti negli ultimi anni i lavoratori stranieri, più ricattabili e quindi più sfruttabili. Il tutto con forte influenza della 'ndrangheta e nel silenzio o addirittura nell'assenza dello Stato, come dimostra il commissariamento per mafia dal 2005 del comune di Rosarno.

Maroni dice che a Rosarno lo Stato deve inviare più polizia e far rispettare la legalità espellendo tutti coloro che non hanno il diritto di esserci.

E' necessario sempre sapere che ciò significa "spesa pubblica" per lo Stato.

A Rosarno lo Stato (quello centrale e quello regionale) dovrebbe invece finanziare ispettori del lavoro, sindacati, associazioni di produttori agricoli, mediatori culturali, educatori, comunità di immigrati per combattere i cartelli di imprese che controllano il mercato a proprio privilegio. Quei cartelli che portano alla fame centinaia di famiglie di agricoltori rosarnesi e sfruttano migliaia di immigrati, regolari, irregolari, rifugiati, richiedenti asilo, non ha alcuna importanza, basta sfruttarli. 

Maroni dice che bisogna far rispettare le regole dell'immigrazione, non far entrare chi non può ed espellere chi è entrato clandestinamente.

Io credo che si debba invece aumentare le capacità, oggi davvero pessime, dello Stato Italiano di far arrivare immigrati regolarmente: questo ridurrebbe l'arrivo di irregolari e permetterebbe allo Stato di controllare meglio chi arriva, alle imprese agricole calabresi di avere lavoratori e ai lavoratori di poter far valere i propri diritti. E non costerebbe di più degli accordi miliardari con la Libia e tutte le altre operazioni securitarie di controllo dei confini.

Maroni dice anche che bisogna lottare contro la criminalità organizzata che controlla gli immigrati clandestini.

Allora diciamo a Maroni che gli unici ad aver protestato a Rosarno con i loro corpi e con la loro disperata rabbia contro la 'ndrangheta sono gli immigrati e quindi se vuole davvero combattere la 'ndrangheta deve fare una sola cosa: sostenere gli immigrati e la loro lotta di dignità.


Questo è quanto bisognerebbe avere il coraggio di dire.

Lo dovrebbe dire la sinistra, se fosse in grado di rispettare la storia di cui è erede.

Lo dovrebbe dire la sinistra se non dovesse nascondere la sua assenza drammatica a Rosarno e in Calabria, dove governa a livello regionale e provinciale.

Lo dovrebbe dire la sinistra se non dovesse nascondere il tradimento della propria storia. Rosarno non solo è stata il cuore di movimenti socialisti e comunisti che nel '900 hanno liberato dalla schiavitù e dalla povertà migliaia di calabresi, ma è anche stato il primo comune negli anni '80 a costituirsi parte civile in un processo per Mafia. Oggi invece a Rosarno la sinistra è scomparsa, nonostante l'ultima amminsitrazione di destra sia stata quasi interamente incarcerata per Mafia e il comune sia commissariato da oltre 5 anni.


Allora non importa chi dovrebbe dirlo.

Diciamolo.

Diciamolo forte insieme ai tanti rosarnesi e calabresi che in queste ore stanno cercando con le lacrime e le fatiche della loro solitudine di non lasciare che l'unica reazione alla rabbia dei lavoratori immigrati sia quella del razzismo, della paura, della xenofobia. Quella xenofobia che, come ovunque in Italia, è conseguenza innegabile del potere di definizione e di azione della destra leghista al governo.

Diciamolo forte insieme alla rabbia e alla dignità di quei ragazzi africani, che non sono dei poveri disperati, ma quasi tutti diplomati e laureati padri di famiglia, a cui la storia ha indicato l'emigrazione come unica possibilità per cambiare la propria vita e quella dei propri figli.  A quei ragazzi africani che così fortemente assomigliano ai milioni di rosarnesi e italiani che sono emigrati e continuano ad emigrare, perchè schiacciati da un economia resa iniqua dai cartelli di proivilegio che controllano la Piana di Gioia Tauro e molte altre parti dell'economia italiana.

Diciamolo forte per riconquistare quella dignità umana e quella giustizia sociale che oggi sembrano dover soccombere alle logiche della paura, dell'odio e del privilegio economico di pochi contro la disperazione di molti, sia italiani che stranieri.


Andrea Segre

Alcuni consigli di lettura:

ASSOCIAZIONE STUDI GIURIDICI SULL'IMMIGRAZIONE: http://www.asgi.it/home_asgi.php?n=742&l=it

ASSOCIAZIONE LIBERA: http://www.libera.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/2751

TERRELIBERE: http://www.terrelibere.it/terrediconfine/3930-rosarno-dove-nasce-la-rivolta-memoria-corta-e-filiera-mafiosa

FORTRESSEUROPE: http://fortresseurope.blogspot.com/2006/01/arance-amare-reportage-da-rosarno-tra-i.html