Ed eccoci pronti al nuovo voltafaccia.
Fermi tutti. Ci siamo ri-sbagliati. O meglio: avevamo ragione.
Gheddafi è un amico.
E quella che avevamo sviluppato con lui era la strategia migliore: adularlo quanto necessario per ottenere petrolio, gas e blocco clandestini.
Perchè ci siamo fatti fregare da questa ideologica ondata di fascino rivoluzionario?
Dovevamo starcene zitti e aspettare che vincesse.
Ora saremmo i primi in fila per ottenere tutti i vantaggi.
E invece?
Panico.
Arrivano le orde.
Come facciamo?
Quelli sono milioni.
Ci toglie il petrolio.
Nenahce il nucleare va più bene.
Tsunami, invasioni.
Ma come si fa?
STOP.
Io a questo gioco di delirio pubblico indotto non ci sto.
Mettiamo un po' di ordine.
PRIMO
La Libia è un paese piccolo (6milioni di abitanti) e abbastanza poco potente nelle economie mondali (nelle classifiche ufficiali del FMI sta sotto il Gabon o la Slovacchia), governata da un dittatore che la controlla da 40 anni.
SECONDO
Fino al 2003 la Libia ha subito un embargo totale dall'Occidente di armi, petrolio e gas. La sua condizione politica era di estrema marginalità e la sua economia ferma a meno della metà della sua condizione attuale.
TERZO
E' un territorio di transito di migranti dell'Africa Sub-sahariana che non avendo altre strade di uscita regolare si affidano a viaggi disperati via deserto e via mare. Con questi migranti la polizia e gli intermediari libici, in stretta connessione tra loro, hanno fatto molti affari tra il 2000 e il 2008.
QUARTO
Cosa abbiamo fatto noi dal 2004 circa in poi?
Abbiamo pensato: se diventiamo amici della Libia diventiamo primi partner post-embargo di una Paese piccolo ma ricco di giacimenti e suggeriamo ai libici che conviene fare affari con noi e non con i migranti. Fermarli renderà di più che farli arrivare.
QUINTO
Non abbiamo ascoltato quanti hanno detto: attenti che diventare amici di Gheddafi significa affidare potere arbitrario a un dittatore che non accetta le regole basilari della democrazia, delle relazioni internazionali e del rispetto dei diritti umani fondamentali.
PROBLEMA
Oggi, di fronte all'esplosione della rabbia del popolo libico, paghiamo le conseguenze delle scelte degli ultimi 6-7 anni, ovvero dalla fine dell'embargo in poi.
PROPOSTA
Riesaminiamo i fattori e proviamo a cambiare gli ordini di potere.
A mio avviso la nostra strategia dovrebbe essere la seguente (ed è già ampiamente tardi, purtroppo)
1.
Ritenere quello di Gheddafi un governo non accettabile e sostenere una rivoluzione democratica che renda possibile un dialogo con la Libia. Nel frattempo l'Italia deve chiedere di isolare la Libia, economicamente e politicamente, al fine di accelerare il processo di cambiamento. Questo oggi significa anche appoggiare i ribelli con strategie militari non invasive (blocchi navali, rifornimenti, no-fly-zone e altre diavolerie che non sono certo io in grado di suggerire).
2.
Nel frattempo cambiare direzione di approvvigionamento delle risorse energetiche. Il che coinvolgerebbe anche la discussione sulle fonti rinnovabili e sullo stile dei consumi. Ma non voglio troppo allargarmi. Sono solo certo che escludere la Libia dai fornitori non è impossibile, anzi L'abbiamo fatto fino al 2003 senza problema alcuno. e, a detta dell'ENI, possiamo tranquillamente continuare a farlo.
3.
Prepararsi a dover gestire l'accoglienza di flussi di migrazioni da Libia e coste maghrebine come conseguenza della dissoluzione di regimi dittatoriali o di guerre civili contro quegli stessi regimi. Farlo come assunzione di responsabilità inseparabile dall'opposizione a quei regimi. E smetterla di dire che è un'invasione e che sono troppi. Sapete quanti profughi kosovari accogliemmo in meno di 6mesi durante la guerra contro Milosevic? Oltre 25mila (solo quelli sbarcati in Puglia e registrati ufficialmente). E altri 400mila usufruirono dei nostri progetti in Albania e Macedonia, Paesi confinanti alla regione di conflitto. E a questi vanno aggiunti gli oltre 5mila spostati ufficialmente da UNHCR in Italia. Ad oggi in circa 3 mesi sono sbarcati a Lampedusa meno di 9mila rifugiati. Ma quelli kosovari erano profughi di un conflitto da noi generato. Non si poteva lasciarli soli. Questi sono invasori che passano perchè non siamo più amici del potente arbitro libico (o tunisino che sia). La vera differenza è che allora dovevamo mostrare la capacità di accoglienza perchè era quella che rendeva politicamente (al fine di coprire o giustificare le responsabilità belliche), oggi bisogna far crescere il panico e mostrare fermezza.
4.
Cogliere l'occasione per iniziare a cambiare orizzonte strategico nella gestione dell'immigrazione. Smetterla di fare accordi con governi dittatoriali per far finta di fermare i flussi e iniziare a costruire canali di immigrazione regolare dai paesi di provenienza. Smettiamola di credere che se apriamo dei passaggi arrivano tutti. Arrivano quelli che comunque volevano partire e lo fanno spendendo molti meno soldi, togliendo finanziamenti ai trafficanti e alle polizie corrotte e magari anche salvandosi la pelle. Scusate, proviamo a fare un piccolo esercizio: ma se voi siete 10 amici cresciuti in un paese che non vi dà prospettive per il futuro e sapete che 3 possono partire senza alcun rischio e ad un costo molto più basso, cosa fate? Partite tutti e 10 rischiando la pelle e spendendo 5volte tanto o fate partire quei 3 puntando sul fatto che la loro emigrazione potrà aiutare il cambiamento della vita anche degli altri 7? E se invece tutti e 10 sapete che non potete partire se non rischiando la vita? Rimanete tutti a casa a vedere la vostra vita immobilmente destinata alla marginalità?? Pensateci. Pensateci davvero bene.
Finchè spendiamo miliardi solo per fermare, non faremmo altro che produrre clandestinità, foraggiare criminalità e sostenere dittature. Se invece iniziamo a capire come sostenere i viaggi regolari (con progetti ad hoc, servizi consolari che funzionano, relazioni economiche virtuose) avremo un'immigrazione più ricca (arriverebbero con i soldi che non devono dare per viaggiare illegalmente), libereremmo risorse per produrre inte(g)razione in Italia, aiuteremmo lo sviluppo dei paesi di provenienza (con le rimesse e con i ritorni) e soprattutto smetteremmo di uccidere o far uccidere migliaia di vite umane. Il che a casa mia è ancora un valore.
Facciamo un altro esercizio. Negli ultimi 3 mesi sono arrivati 9mila tunisini. Hanno speso un po' più di 1000 euro a testa di media. Ovvero in tutto circa 10milioni di Euro. Se avessimo organizzato dei traghetti regolari avremmo salvato un bel po' di vite umane e avremmo potuto far pagare loro 100 euro per il viaggio: ci sarebbero 9milioni di Euro disponibili per ridurre l'impatto dell'accoglienza sull'economia italiana. Sapete quanti soldi ha ottenuto l'Italia dall'Europa per gestire l'accoglienza: 5milioni di Euro. La metà circa.
Certo ci sarebbero delle difficoltà di gestione di un processo simile. Senza dubbio, ma a chi dice che sarebbe troppo difficile, costoso e complesso, rispondo chiaramente: invece allearsi con Gheddafi per fermarli è stato facile, economico ed efficiente?? No, è stato costosissimo, ci ha messi in una posizione di debolezza nei confronti di un piccolo paese dittatoriale, non ha risolto nulla rispetto all'esigenza reale di emigrazione e ci ha macchiati di crimini contro l'umanità.
5.
Ristabilire la dignità umana e storica del nostro Paese. Riconoscere i crimini compiuti ai danni di migliaia di esseri umani tramite l'alleanza con Gheddafi e le politiche dei respingimenti. In Libia ci sono ancora qualche migliaio di rifugiati del Corno d'Africa che hanno il diritto alla protezione umanitaria, ma che rimangono rintanati nei quartieri periferici di Tripoli con la paura di essere aggrediti o uccisi dalla polizia libica. In Libia non avranno mai riconosciuto il diritto d'asilo. In Italia non sono potuti arrivare a causa dei respingimenti. Oggi possiamo salvarli creando un corridoio umanitario per farli uscire.
Andrea Segre
P.S. Devo però infine essere sincero: esiste un fattore molto rilevante che può smontare radicalmente questo mio ragionamento. I clandestini sono in realtà assai utili perchè producono panico, ovvero generano l'humus ideale per ottenere facile consenso elettorale e molto facilmente diventano manodopera a bassissimo costo e senza diritti. Quindi non vanno fermati, ma fatti arrivare illegalmente a flussi organizzati e quando è necessario.
Allora, se questo è il ragionamento, è assai giusto essere amici di Gheddafi.